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TECOS: Strategie e tecniche di contatto per i comportamenti problema

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TeCoS - Tecniche di contato Sospiro: Strategie e tecniche di contatto per i comportamenti problema

 

 

PREMESSA: I comportamenti problema nella popolazione con Autismo e Disabilità intellettive

La raccolta di informazioni riferite alle persone con disabilità è ancora oggi insufficiente e rappresenta una finalità importante per la comunità scientifica. Uno studio di riferimento per la cura metodologica (Sheehan et al., 2015) indica un insieme di dati clinici che assumono grande rilevanza per la descrizione dello stato di salute della popolazione con disabilità intellettiva: su un campione di circa 33.000 persone con disabilità (estratte da una popolazione di quasi 4 milioni di soggetti), il 25% dei soggetti ha gravi comportamenti problema, il 21% ha una condizione di disturbo psichiatrico, il 49% assume farmaci psicotropi. Per quanto riguarda l’uso degli psicofarmaci lo stesso studio rileva un largo uso di queste sostanze per il contenimento dell’insieme dei comportamenti problematici. Tuttavia, la letteratura indica che i livelli di efficacia sull’uso delle principali molecole psicoattive per tali comportamenti sono minimi e che mancano studi di efficacia controllati e validi (es. Matson e Neal, 2009). Anche le revisioni sistematiche che includono la condizione di autismo (es. Sawyer et al., 2014), mostrano le gravi limitazioni delle conoscenze circa l’uso degli psicofarmaci per intervenire sui problemi comportamentali. Recentemente la World Psychiatric Association-Section Psychiatry of Intellectual Disability (WPA- SPID) sottolinea che la gestione farmacologica dei comportamenti problema non può essere un trattamento di prima scelta. Questa posizione è ribadita anche dalle più recenti linee guida baste sull’evidenza internazionali dedicate alla gestione dell’autismo nell’età evolutiva e nell’adolescenza (National Institute for Health and Clinical Excellence, 2012, Scottish Intercollegiates Guideline network, 2016).

Una ricerca europea del 2010 mostra uno spaccato della porzione di popolazione adulta con condizione di disabilità gravissime e multiple, piuttosto emblematico: le persone con queste caratteristiche presentano autolesionismo nell’82% dei casi e nel 45% etero aggressività e distruttività (Poppes et al., 2010). Per i minori il quadro non è molto diverso. Uno tra i più ampi e validi studi in merito (Ruddick et al., 2015) indica che circa il 25% della popolazione disabile presenta comportamenti problematici (come autolesionismo, eteroaggressività e distruttività; il 5% con gravissime implicazioni cliniche). La letteratura scientifica pone da diversi anni l’accento sull’enorme distanza che esiste tra i bisogni individuali legati alla gravità, alla complessità, e in particolare alla dimensione psicopatologica che convive con la disabilità e i servizi- sostegni attualmente erogati (Ruddick et al., 2015).

L’assenza di una corretta risposta di ‘cura’ è testimoniata da quadro che emerge sul fronte dell’analisi del rispetto dei diritti che sono riconosciuti alle persone con disabilità. Le misure di qualità della vita per queste popolazioni sono riportate essere drammaticamente più basse rispetto ai soggetti neurotipici. Sono infatti significativamente inferiori le opportunità esistenziali a cui hanno accesso, la soddisfazione dei desideri, aspettative e preferenze personali, le attività individuali e sociali, le relazioni (amicali, sentimentali, intime) e i ruoli sociali e lavorativi.

Per quanto riguarda la situazione italiana, le riflessioni a livello della progettazione dei servizi (Francescutti e Grizzo, 2012; Corti, 2012; Francescutti, Leoni, Faini, 2015) sottolineano come, nonostante le molte evidenze empiriche, l’articolato dibattito sul piano dell’organizzazione dell’intervento e dei servizi, e il considerevole lavoro di ricerca in atto a livello internazionale, nel nostro paese vi sia un sostanziale disconoscimento della complessità socio-sanitaria dei problemi della popolazione con disabilità e in particolare dei soggetti con disabilità intellettiva in età adolescenziale-adulta.

Si tratta di un’area complessa e bisognosa di interventi, che necessità la raccolta di informazioni centrate sulla persona su base territoriale, data l’importanza rilevante che in questo ambito copre la vicinanza tra il bisogno e il luogo fisico della risposta a esso.

 

I COMPORTAMENTI PROBLEMA: le indicazioni della ricerca

I comportamenti problema - challenging behaviors - hanno raccolto, specificatamente negli ultimi vent’anni, un forte interesse di una cospicua parte della letteratura scientifica sulla disabilità intellettiva e sul disturbo dello spettro dell’autismo (Hanley, Iwata, e McCord, 2003; Hastings,

Brown, 2003; Didden et al., 2016; Dunlap et al., 2006; Machalicek et al., 2007).

Dagli anni duemila inoltre molti paesi hanno adottato linee guida, con particolare riferimento al disturbo dello spettro dell’autismo. All’interno di tali linee guida è stato dato un certo rilievo alla tematica dell’assessment e del trattamento dei challenging behavior. A riguardo le Linee Guida del National Collaborating Centre for Mental Health (NICE, 2015) affermano chiaramente che “gli interventi psicosociali rimangono l’approccio di trattamento dominante per gli adulti con autismo” e che tali interventi “dovrebbero essere basati sui principi comportamentali e informati dall’analisi funzionale del comportamento”. Analogamente le Linee Guida SIGN 98 dello Scottish Intercollegiate Guidelines Network (2007) sottolineano come “le Review sugli interventi comportamentali focali offrono costantemente risultati sui comportamenti problema (aggressività, autolesionismo). Infine, la nostra Linea Guida 21 dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS, 2011) attualmente in revisione sia per i minori che per gli adulti, indica che “gli interventi comportamentali dovrebbero essere presi in considerazione in presenza di un ampio numero di comportamenti specifici di bambini e adolescenti con disturbi dello spettro autistico, con la finalità sia di ridurre la frequenza e la gravità del comportamento specifico sia di incrementare lo sviluppo di capacità adattative.”

Oggi sappiamo che i gravi disturbi del comportamento costituiscono il fattore che limita maggiormente la partecipazione ad attività e contesti, che preclude le opportunità di inclusione, che produce fenomeni di esclusione e rifiuto, che porta all’utilizzo di interventi contenitivi che limitano il funzionamento (sia di tipo meccanico che chimico).

I COMPORTAMENTI PROBLEMA: le indicazioni della ricerca

I comportamenti problema - challenging behaviors - hanno raccolto, specificatamente negli ultimi vent’anni, un forte interesse di una cospicua parte della letteratura scientifica sulla disabilità intellettiva e sul disturbo dello spettro dell’autismo (Hanley, Iwata, e McCord, 2003; Hastings,

Brown, 2003; Didden et al., 2016; Dunlap et al., 2006; Machalicek et al., 2007).

Dagli anni duemila inoltre molti paesi hanno adottato linee guida, con particolare riferimento al disturbo dello spettro dell’autismo. All’interno di tali linee guida è stato dato un certo rilievo alla tematica dell’assessment e del trattamento dei challenging behavior. A riguardo le Linee Guida del National Collaborating Centre for Mental Health (NICE, 2015) affermano chiaramente che “gli interventi psicosociali rimangono l’approccio di trattamento dominante per gli adulti con autismo” e che tali interventi “dovrebbero essere basati sui principi comportamentali e informati dall’analisi funzionale del comportamento”. Analogamente le Linee Guida SIGN 98 dello Scottish Intercollegiate Guidelines Network (2007) sottolineano come “le Review sugli interventi comportamentali focali offrono costantemente risultati sui comportamenti problema (aggressività, autolesionismo). Infine, la nostra Linea Guida 21 dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS, 2011) attualmente in revisione sia per i minori che per gli adulti, indica che “gli interventi comportamentali dovrebbero essere presi in considerazione in presenza di un ampio numero di comportamenti specifici di bambini e adolescenti con disturbi dello spettro autistico, con la finalità sia di ridurre la frequenza e la gravità del comportamento specifico sia di incrementare lo sviluppo di capacità adattative.”

Oggi sappiamo che i gravi disturbi del comportamento costituiscono il fattore che limita maggiormente la partecipazione ad attività e contesti, che preclude le opportunità di inclusione, che produce fenomeni di esclusione e rifiuto, che porta all’utilizzo di interventi contenitivi che limitano il funzionamento (sia di tipo meccanico che chimico).

I COMPORTAMENTI PROBLEMA: le indicazioni della ricerca

I comportamenti problema - challenging behaviors - hanno raccolto, specificatamente negli ultimi vent’anni, un forte interesse di una cospicua parte della letteratura scientifica sulla disabilità intellettiva e sul disturbo dello spettro dell’autismo (Hanley, Iwata, e McCord, 2003; Hastings,

Brown, 2003; Didden et al., 2016; Dunlap et al., 2006; Machalicek et al., 2007).

Dagli anni duemila inoltre molti paesi hanno adottato linee guida, con particolare riferimento al disturbo dello spettro dell’autismo. All’interno di tali linee guida è stato dato un certo rilievo alla tematica dell’assessment e del trattamento dei challenging behavior. A riguardo le Linee Guida del National Collaborating Centre for Mental Health (NICE, 2015) affermano chiaramente che “gli interventi psicosociali rimangono l’approccio di trattamento dominante per gli adulti con autismo” e che tali interventi “dovrebbero essere basati sui principi comportamentali e informati dall’analisi funzionale del comportamento”. Analogamente le Linee Guida SIGN 98 dello Scottish Intercollegiate Guidelines Network (2007) sottolineano come “le Review sugli interventi comportamentali focali offrono costantemente risultati sui comportamenti problema (aggressività, autolesionismo). Infine, la nostra Linea Guida 21 dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS, 2011) attualmente in revisione sia per i minori che per gli adulti, indica che “gli interventi comportamentali dovrebbero essere presi in considerazione in presenza di un ampio numero di comportamenti specifici di bambini e adolescenti con disturbi dello spettro autistico, con la finalità sia di ridurre la frequenza e la gravità del comportamento specifico sia di incrementare lo sviluppo di capacità adattative.”

Oggi sappiamo che i gravi disturbi del comportamento costituiscono il fattore che limita maggiormente la partecipazione ad attività e contesti, che preclude le opportunità di inclusione, che produce fenomeni di esclusione e rifiuto, che porta all’utilizzo di interventi contenitivi che limitano il funzionamento (sia di tipo meccanico che chimico).

OBIETTIVI del corso TeCoS

Alla luce delle evidenze disponibili e del bisogno costantemente in crescita di offrire interventi precoci, efficaci, multidisciplinari e contestualizzati, il corso assume come prospettiva elettiva quella derivante dalla scienza del comportamento e, in particolare, il contributo dell’analisi funzionale. C’è sempre un motivo per cui una persona con autismo compie una determinata azione ed è compito di chi offre sostegni individuare le motivazioni e le funzioni, al fine di insegnare un comportamento alternativo a quello problematico. Tuttavia, è prioritario intervenire prontamente per evitare lesioni o danni più gravi.

Il Corso “TeCoS - Tecniche di contatto Sospiro. Strategie e tecniche di contatto per i comportamenti problema”, coadiuvato da un lavoro di base basato sui principi dell’Applied Behavior Analysis, guida gli operatori in equipe a lavorare in modo più efficace, attraverso un sistema che:

  • Consente di codificare i bisogni delle persone e le caratteristiche dei comportamenti rischiosi;
  • Forma gli operatori su un insieme di procedure di intervento per la guida fisica (finalizzata a bloccare gli agiti pericolosi e ridurre l’impatto sulle persone e sui contesti);
  • Riduce le probabilità e il rischio di produrre lesioni e sofferenza (alla persona con disabilità e a chi interagisce);
  • Migliora la coerenza degli interventi e la consapevolezza degli operatori su ciò che è efficace, come metterlo in atto e in che tempi;
  • Riduce l’incertezza che spesso cresce nei contesti in cui le persone emettono comportamenti con conseguenze gravi e con schemi poco comprensibili o prevedibili;
  • Tutela chi è assistito e chi riceve sostegni migliorando le condizioni di sicurezza.

“TECOS - Tecniche di contatto Sospiro. Strategie e tecniche di contatto per i comportamenti problema” è stato sviluppato del gruppo di professionisti che operano presso i servizi di Fondazione Sospiro. Nasce dall’esperienza maturata nell’ambito della valutazione e dell’intervento sui gravi disturbi del comportamento (eteroaggressività e autolesionismo), che ha portato a sviluppare un sistema unico e innovativo di procedure di sostegno diretto (ossia di contatto e guida fisica) per le diverse esigenze delle persone e dei contesti.

In questi anni, lo studio e la collaborazione con le realtà che a livello internazionale si sono distinte su queste tematiche, ha portato a una sperimentazione estesa e costante nei servizi di Fondazione Sospiro. Gli esiti (presenti in letteratura e nell’esperienza citata), indicano chiaramente una sensibile diminuzione del numero di incidenti gravi, oltre a un miglioramento dell’utilizzo delle procedure ABA per consentire il miglioramento massimo possibile della Qualità della vita delle persone con disabilità.

Il risultato finale è oggi disponibile per tutte le realtà che si fanno carico di affrontare e gestire queste complessità cliniche. Gli enti possono inscrivere i diversi professionisti che operano nei servizi dedicati alle persone con disabilità (es. Autismo e Disabilità intellettive), come: educatori, psicologi, psichiatri, neuropsichiatri, terapisti e tecnici specialistici, infermieri, operatori socio-sanitari, assistenti con altre qualifiche.

Partecipare al corso TeCoS porta a:

  • Apprendere l’approccio di analisi funzionale per individuare i “motivi” (funzioni) dei comportamenti problema;
  • Strutturare interventi sugli antecedenti, che riducono sensibilmente le probabilità di emissione di comportamenti pericolosi e dei conseguenti incidenti;
  • Strutturare interventi che facilitano la comunicazione e la soddisfazione dei bisogni attraverso procedure comportamentali che massimizzano gli esiti di arricchimento nelle interazioni quotidiane per la persona con disabilità;
  • Mantenersi allineati ai principi etici, deontologici e scientifici che migliorano sicurezza, efficacia clinica e sicurezza;
  • Lavorare in modo più coeso, sfruttare il confronto e il lavoro di équipe in modo costruttivo;
  • Aumentare i livelli di sicurezza.

 

STRUTTURA del corso

Il corso si compone di due segmenti collegati e non separabili, con la seguente struttura:

1.                CORSO INTRODUTTIVO - Procedure ABA, elementi etici, deontologici e normativi:

  1. un intero corso in modalità online asincrona su piattaforma LMS,
  2. 24 ore di lezione organizzate in segmenti didattici tra i 15 e i 40',
  3. include i materiali didattici e di approfondimento, gli strumenti operativi,
  4. i corsisti potranno accedere alle lezioni secondo le loro preferenze (il sistema traccia gli accessi e la progressione, monitorando la presenza reale attraverso la richiesta di interazioni frequenti, e consente di fornire report dettagliati al committente) e saranno supportati per le difficoltà tecniche da un servizio di supporto e-mail dedicato;

2.                CORSO SPECIALISTICO - Procedure TeCoS:

  1. 16 ore di lezione focalizzate su procedure e tecniche di intervento diretto, in presenza,
  2. con 3 docenti specializzati che guideranno i corsisti in modo progressivo a:
  • Vedere e comprendere,
  • Provare tutte le procedure,
  • Essere supervisionati e diretti individualmente,
  • Valutare, analizzare e supervisionare i colleghi che utilizzano le procedure,
  • Guidare il gruppo di operatori ed essere autonomi nelle scelte.

Il corso mostra e riproduce ogni singolo passaggio delle procedure per il contenimento delle crisi comportamentali. Inoltre, mette a disposizione un MANUALE operativo che descrive nel dettaglio tutti i passaggi, corredandoli con IMMAGINI esplicative.

Le procedure sono inoltre emesse a disposizione attraverso VIDEO didattici attraverso i quali i corsisti potranno studiare e modellare i propri interventi.

In tutto il corso viene data particolare attenzione agli aspetti scientifici, etici, valoriali e medico-legali, che devono guidare gli operatori quando si occupano di tematiche così complesse e delicate.

AMICO-DI è produttore e distributore unico del Corso introduttivo "Disturbi del comportamento: valutare e intervenire con efficacia" qui proposto.

 

ECM

Il corso verifica gli apprendimenti attraverso un test.

Il corso conferisce 36 crediti ECM per tutte le professioni afferenti all’ambito sociosanitario dedicato alle persone con disabilità; verrà inoltre rilasciato attestato di frequenza.

Elenco professioni accreditate:

  • MEDICO CHIRURGO:

GERIATRIA, MEDICINA E CHIRURGIA DI ACCETTAZIONE E DI URGENZA, NEUROLOGIA, NEUROPSICHIATRIA INFANTILE, PEDIATRIA, PSICHIATRIA, CHIRURGIA GENERALE, NEUROCHIRURGIA, PEDIATRIA (PEDIATRI DI LIBERA SCELTA), DIREZIONE MEDICA DI PRESIDIO OSPEDALIERO, PSICOTERAPIA

  • PSICOLOGO: PSICOTERAPIA, PSICOLOGIA
  • ASSISTENTE SANITARIO
  • EDUCATORE PROFESSIONALE
  • FISIOTERAPISTA
  • INFERMIERE
  • INFERMIERE PEDIATRICO
  • LOGOPEDISTA
  • TECNICO DELLA RIABILITAZIONE PSICHIATRICA
  • TERAPISTA DELLA NEURO E PSICOMOTRICITÀ DELL'ETÀ EVOLUTIVA
  • TERAPISTA OCCUPAZIONALE

Contatti

Per qualsiasi informazione e preventivi contattare la segreteria didattica: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. 351-5550090 (dalle 9 alle 13)

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